domenica 15 gennaio 2012

METODO AUDIO-PSICO-FONOLOGICO DI TOMATIS


Vi presento un altro metodo utilizzato per aiutare i bambini autistici.
Il metodo Audio-psico-fonologico di Tomatis è una tecnica di stimolazione sonora. Ha come obiettivo il miglioramento delle abilità d’ascolto, di apprendimento, della comunicazione e del comportamento sociale. Nei bambini con autismo, in particolare, tale metodica si pone l’obiettivo di ridurre l’ipersensibilità ed il deficit d’integrazione, andando a desensibilizzarne l’udito.
Su che cosa si basa
Tomatis è partito dal presupposto che il feto oda e ascolti la voce della madre che non è solo un nutrimento emotivo, ma anche uno strumento che lo prepara ad acquisire il linguaggio e a parlare. 
Un trauma emotivo, a volte accompagnato da un trauma fisico, può portare il bambino all’esclusione delle informazioni quale mezzo difensivo rispetto al mondo esterno. I suoni sono percepiti in maniera imprecisa e, come risultato, sono analizzati in maniera non corretta: in altre parole l’ascolto viene impedito.
Lavorando con molti bambini autistici, Tomatis è giunto alla conclusione che essi riescano a sentire, ma che rifiutino,  per varie ragioni, di ascoltare e che manchi in loro il desiderio di comunicare, soprattutto con la madre.
Basandosi su tale assunto, Tomatis ha ideato un percorso attraverso il quale vengono rivissute tutte le tappe della vita sonora del bambino che portano al linguaggio (vita intrauterina, nascita, apprendimento del linguaggio), nella speranza di recuperare le fasi andate perdute.
Tomatis ha elaborato un modo di simulare l’esperienza di ascolto intrauterino escludendo le frequenze più basse della voce materna. La voce della madre viene perciò filtrata per renderla quanto più possibile simile ai suoni uditi dal feto nel grembo materno: ciò offre al bambino la possibilità di essere riprogrammato. 
Si porta gradualmente il bambino dai suoni filtrati ad alta frequenza ai suoni non filtrati a frequenza mista, continuando fino a che il bambino è in grado di ascoltare l’intera voce non filtrata della madre e di comprendere quello che gli viene detto: ed è questo il momento che gli operatori chiamano la nascita sonora.
Come viene applicato
Sul piano tecnico la metodica utilizza un apparecchio chiamato orecchio elettronico che utilizza il suono inteso come energia, vibrazione e messaggio sonoro.
L’orecchio elettronico è costituito da un amplificatore, da un gioco di bilance elettroniche, da un sistema di filtri e da speciali cuffie dotate di un vibratore in grado di trasmettere i suoni direttamente alle ossa craniche.
L’apparecchio si basa su un principio, il cosiddetto “effetto Tomatis”, secondo il quale adeguate stimolazioni uditive continuamente ripetute modificano il modo di ascoltare e conseguentemente di esprimersi del soggetto. Tale apparecchio impone all’orecchio e quindi all’organismo una serie continua di stimolazioni uditive; esso è così costretto a rispondere, cioè a reagire allo stimolo sensoriale.  Il materiale sonoro di partenza può essere una registrazione della voce della madre o di brani scelti tra la musica di Mozart, ricca di suoni acuti, e il canto gregoriano, molto vicino ai ritmi fisiologici di una persona rilassata. 
Il trattamento si sviluppa in tre fasi. All’inizio il soggetto viene ricondotto ad un ascolto primordiale dell’ambiente intrauterino, ricco di alte frequenze, suoni rassicuranti e familiari. Nella seconda fase vengono ricreati i suoni che si percepiscono durante e dopo la nascita; questi suoni includono canzoni, ripetizione di parole, storie. La frequenza dei suoni è alta come nella prima fase. Nella terza fase, volta ad integrare il linguaggio scritto, il soggetto partecipa attivamente: legge a voce alta e riascolta la propria voce modificata dall’apparecchio.
Il training di ascolto, la cui durata varia da persona a persona, si svolge in cicli intensivi, intervallati da momenti di riposo. Generalmente si inizia con un primo ciclo di quindici giorni per due ore al giorno, a cui segue un periodo di riposo di cinque-sei settimane. I cicli successivi, programmati in base alle specifiche esigenze individuali, sono di otto giorni (sempre due ore al giorno) per approfondire e consolidare i risultati ottenuti.
Tale metodica non viene considerata una cura per l’autismo, bensì va integrata ad altre strategie. . 
A chi è stato rivolto
È rivolto a soggetti autistici, con disturbi dell’apprendimento, deficit d’attenzione, difficoltà scolari, problemi motori e di integrazione sensoriale, difficoltà di linguaggio, dislessia, persone che intendono migliorare le proprie capacità d’ascolto, musicisti, cantanti.
 (http://www.specialeautismo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=17006&idCat=17013&ID=17023&TipoElemento=categoria)

Nessun commento:

Posta un commento