La
Therapie d'Echange et Developpement (TED)
La base di partenza della TED è rappresentata da
alcune ricerche neurofisiologiche che hanno indagato fenomeni come la associazione
sensoriale crociata e l'acquisizione e l'imitazione libera.
Con associazione sensoriale crociata si intende quel
fenomeno che si osserva quando vengono registrate le risposte
elettroencefalografiche conseguenti ad un suono e ad uno stimolo luminoso che
segue di un secondo il suono. Ciò che si osserva è che dopo alcune
presentazioni di questa coppia di stimoli, il primo (il suono) evoca una
risposta nella zona visiva occipitale, quella che è solitamente attivata dallo
stimolo luminoso. Perché si verifichi questa associazione non è necessaria
alcuna forma di rinforzo (come per es. il cibo). Si tratta, infatti, di un
processo cognitivo che si realizza spontaneamente, e che è presente, sebbene in
modo irregolare, nel bambino autistico.
Nei bambini autistici, inoltre, si osserva anche, in
certe condizioni il fenomeno dell' acquisizione libera, non condizionata da
alcun rinforzo e non vincolata dalla presenza, in sede di apprendimento, di una
sequenza temporale predefinita.
Accanto alla presenza dell'acquisizione libera, si
osserva anche quella di imitazione libera: questa è stata dimostrata attraverso
una registrazione elettroencefalografica fatta con bambini che guardano un
filmato in cui vengono proiettati movimenti ginnici. Si osserva che durante la
percezione dei movimenti ginnici avvengono delle modificazioni
elettroencefalografiche nelle aree motorie del soggetto, sincronizzate con i
movimenti proiettati sullo schermo. Il bambino autistico sarebbe in possesso,
secondo questi autori, di una capacità di imitazione libera, sebbene poco
strutturata.
I risultati di queste ricerche mettono in evidenza
una curiosità fisiologica naturale, la tendenza biologica ad associare,
comprendere e ricercare dei significati. Il terapeuta deve organizzare il
setting e le attività da proporre al bambino tenendo conto di queste capacità
che anche il bambino autistico possiede, seppur in misura ridotta e non
strutturata.
Da queste premesse Barthelemy, Hameury e Lelord
(1995) traggono i principi ispiratori della TED, che attraversano tutte le
attività proposte al bambino, che come abbiamo visto puntano a sviluppare le diverse
funzioni psicofisiologiche. Questi principi sono stati definiti dagli autori:
la "tranquillità", la "disponibilità" e la
"reciprocità".
Con tranquillità
si intende definire in particolare il setting in cui ci svolge l'intervento.
Questo è, in genere, costituito da una stanza di dimensioni limitate, spoglia,
in cui sono presenti un tavolo e due sedie. Spesso è presente uno specchio
unidirezionale che consente l'osservazione diretta della seduta. In questa
stanza domina la calma e non si avvertono rumori esterni disturbanti. La
principale fonte di interesse per il bambino è data dal terapeuta che,
attraverso una modalità di interazione esclusiva ed attenta, gli propone
un'attività o un gioco alla volta.
Questa organizzazione del setting ha lo scopo di
favorire al massimo l'attenzione del bambino e la sua decodifica dei messaggi,
riducendo al minimo la presenza di stimolazioni distraenti o confusive.
La disponibilità
del terapeuta (secondo principio) è finalizzata a facilitare l'apertura del
bambino verso il mondo esterno e a favorire la sua naturale curiosità. I
tentativi del bambino di rompere il suo isolamento sono incoraggiati e si cerca
di sviluppare la sua iniziativa spontanea; anche la più piccola manifestazione
di attenzione da parte del bambino viene incoraggiata.
La reciprocità
si esplica attraverso giochi ed attività che comportano uno scambio di oggetti,
di gesti, di vocalizzazioni, di emozioni ecc., tra terapeuta e bambino. Lo
scopo della reciprocità è quello di stimolare la comunicazione.
Le attività che vengono proposte al bambino sono
quelle contenute nel Progetto educativo individuale, basato sull'analisi
funzionale , e riguardano l'attenzione, la percezione, l'associazione,
l'intenzione, la motricità, la capacità di contatto e la comunicazione. Il
progetto terapeutico complessivo, che può prevedere anche cure mediche e
interventi di operatori diversi, viene definito da tutti i membri dell'équipe
che hanno partecipato alla valutazione, e concordato con la famiglia. Il
coinvolgimento attivo della famiglia è un'altra delle caratteristiche
fondamentali della TED.
Sono previste verifiche periodiche tra i membri
dell'équipe, che si avvalgono delle videoregistrazioni delle sedute e della
valutazione fatta attraverso l'uso di scale appositamente costruite.
L'intervento viene condotto nel contesto di un
"Hopital de Jour", e prevede l'inserimento in gruppi ed attività
(come per esempio, la scuola materna) interni alla struttura ospedaliera.
La TED viene condotta preferibilmente nel setting
classico descritto sopra; può però svolgersi anche in altri ambiti, fatti salvi
i principi generali della tranquillità, disponibilità e reciprocità. La stanza
della logopedia, quella di psicomotricità, o in casi particolari l'acqua di una
grande vasca da bagno, possono essere altrettanti luoghi in cui la TED viene
condotta.
L'intervento può anche essere condotto con due
bambini contemporaneamente, qualora lo scopo principale sia di favorire la
socializzazione. Queste situazioni, in genere, vengono attivate dopo che è
stata fatta una TED classica, con bambini che hanno ancora problemi di
socializzazione, spesso con componente aggressiva. Al bambino viene affiancato
un altro bambino con analoghe capacità, bisognoso di sviluppare la comunicazione,
ma più calmo.
Alla TED vengono affiancati interventi con gruppi
più allargati di bambini, ma anche in questo caso i principi ispiratori
dell'intervento sono quelli visti in precedenza . Il contesto in cui si svolge
questo intervento dovrà essere rassicurante, prevedibile, con precise sequenze
temporali, stabile.
(http://autismo.inews.it/terapieriabilitative/metodi.htm
&
http://www.oltreilmuro.com/curare-autismo.htm)
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